Lo scorso 29 Maggio presso il quartier generale della SpaceX Corporation è stata presentata ufficialmente la versione migliorata della capsula Dragon, in grado di portare ben 7 astronauti nello spazio.
La SpaceX è una delle tante compagnie private americane che stanno rilanciando l’industria spaziale americana. La NASA ha infatti avviato da pochi anni diversi programmi per favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e creare nuovi posti di lavoro. Prima di entrare nello specifico facciamo un passo indietro e diamo un occhiata al panorama globale e alla cronologia dell’astronautica.
Dal pensionamento nel 2011 degli Shuttle, ormai troppo anziani, costosi e poco sicuri, gli Stati Uniti d’America non hanno più una capsula o navetta in grado di portare i loro astronauti nello spazio. Attualmente solo la Russia ha, tramite il lanciatore e la capsula Soyuz, quello che viene definito accesso diretto allo spazio. Gli U.S.A. non sono nuovi a questo problema; lo stesso era già avvenuto alla fine dei lanci del Saturn V (con a bordo le missioni Apollo e poi Skylab) nel 1974, in attesa della costruzione della nuova flotta di Shuttle, operativi solo nel 1981. I recenti programmi della NASA per costruire nuovi lanciatori e nuove capsule sono stati un fallimento (anche per motivi politici), e tutto ciò che resta del Constellation program e dei lanciatori Ares e la capsula Orion, attualmente ancora in sviluppo e focalizzata su ancora dubbie missioni nello spazio profondo (Luna, Marte e asteroidi).
Ma la NASA ha avuto anche il coraggio di varare nuovi programmi (COTS e CRS) e sovvenzioni ai privati per favorire lo sviluppo del settore. Questo ha portato negli ultimi anni alla creazione di numerose aziende spaziali private, molte delle quali lavoravano già precedentemente sotto la direzione della NASA, che stanno innovando la scena astronautica mondiale. Una di queste è proprio la Space Exploration Technologies Corporation, meglio nota come SpaceX. Oltre a creare un nuovo tipo di industrie, la NASA potrà risparmiare in futuro molti soldi, comprando solamente i servizi necessari, come ad esempio navette cargo verso la stazione spaziale. Attualmente solo due capsule cargo sono attive, la Dragon della SpaceX e la Cygnus della Orbital, ma altre sono in preparazione presso altre aziende (Boing, Sierra Nevada Corp., Virgin Galactics, Blue Origin, Xcor, …).
La SpaceX, fondata nel 2002 da Elon Musk, già confondato di Paypal è diventata nel 2012 la prima compagnia privata ad aver inviato un veicolo spaziale, la Dragon appunto, alla Stazione Spaziale Internazionale, nell’ambito del programma Commercial Orbital Transportation Services (COTS) della NASA. E’ stata inoltre la prima azienda con fondi privati a inviare un razzo vettore a propellente liquido nello spazio (il Falcon 1 nel 2008), ad inviare in orbita e recuperare una capsula (la Dragon nel 2010) e ad inviare un satellite in orbita geosincrona (2013).
Veniamo finalmente al dunque. La capsula Dragon ha già effettuato con successo tre missioni di rifornimento verso la stazione spaziale internazionale, ed una quarta programmata per il prossimo 12 settembre. La capsula è stata sviluppata per Commercial Resupply Services (CRS), il programma della NASA per garantire, tramite accordi con aziende private, i rifornimenti di viveri e strumentazione scientifica verso la ISS. La Dragon quindi per ora trasporta solo materiale cargo ma, a differenza delle altre navette cargo attualmente esistenti (ATV, Progress, H-II, Cygnus) è però progettata per poter ritornare sana e salva a terra, e quindi riportare materiale ed esperimenti scientifici anche dalla stazione.
Ma non finisce qui. La Space X ha infatti in programma di sviluppare una versione migliorata della capsula, chiamata Dragon v2, in grado di portare anche astronauti nello spazio. Questa seconda versione è stata ufficialmente presentata lo scorso 29 Maggio prsso il quartier generale della SpaceX a Hawthorne, in California e promette di realizzare cose veramente strabilianti.
Permetterà infatti il trasporto di 7 astronauti da e verso la ISS, come uno Space Shuttle o, per confronto quanto 2 e 1/3 capsule Soyuz (ognuna ha tre posti). In orbita potrà effettuare attracchi automatici alla stazione spaziale, senza bisogno di essere catturata a mano dal Canadarm, il braccio robotico della ISS.
Per le manovre il ritorno a terra utilizzerà i nuovi motori “SuperDraco”, i primi ad essere interamente realizzati tramite stampa 3D in lega Inconel (a base di nichel-cromo). In tutto saranno 8 motori più ben 8 di scorta. La capsula sarà dotata di un avanzato sistema di guida per programmare atterraggi di precisione con la stessa accuratezza di un elicottero – afferma Elon Musk, il CEO di SpaceX. L’atterraggio sarà quindi morbido su terra, con delle gambe retrattili che usciranno al momento dell’atterraggio dalla nuova versione dello scudo termico ablativo in fibra di carbonio, il PICA (Phenolic Impregnated Carbon Ablator). Tuttavia avrà anche un sistema di paracaduti da utilizzare come misura di sicurezza aggiuntiva, oltre che una launch escape tower per eventuali problemi al lancio, simile a quella della capsula Apollo o Soyuz.
La Dragon v2 sarà anche riutilizzabile e potrà volare più volte semplicemente facendo rifornimento di carburante e controllando strumentazione e scudo termico, anche quest’ultimo riutilizzabile. Ma non solo, secondo i piani della SpaceX, anche il lanciatore stesso sarà in grado di riatterrare verticalmente nella base di lancio. Finora sono stati effettuati ben 11 test che hanno portato il veicolo di test, chiamato Grasshopper, ovvero Grillo, fino a 1000 metri di quota, prima di riatterrare con successo a poche decine di centimetri dal punto prestabilito.
I prossimi test sono già in programma con il Grasshopper F9R Dev2 con quote fino a 91 km, mentre altri test saranno effettuati anche con il primo stadio del lanciatore Falcon 9. Infine basta dare un occhiata agli interni per scoprire schermi touch-screen e interni da fantascienza.
Grazie a tutte queste innovazioni e la possibilità di riutilizzare sia la capsula che il lanciatore, la SpaceX vuole garantire l’accesso allo spazio, sia con cargo che con equipaggi umani, a costi molto più bassi degli attuali. Durante la presentazione della Dragon v2, Elon Musk ha fatto un semplice esempio: se ogni volta che dovessimo volare in aereo dovessimo buttar via l’aeroplano dopo ogni volo, praticamente nessuno potrebbe permetterselo, tranne poche agenzie governative e non ci sarebbe mercato commerciale. Che dire, il futuro dello spazio è sempre più in mano alle aziende spaziali private. Speriamo che il biglietto per lo spazio non sia troppo costoso!
Per maggiori informazioni e approfondimenti:
- Interessante articolo sulla capsula Dragon V2, apparso sulla rivista space.com e intitolato “SpaceX Unveils Dragon V2 Spaceship, a Manned Space Taxi for Astronauts“.
Categoria: Aziende spaziali private, Missioni spaziali » permalink, shortlinkKeywords: capsula, COTS, CRS2, Dragon, dragon v2, Falcon, ISS, lanciatore, NASA, SpaceX.
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