«Lo spazio è pieno di misteri. Aiuto, help me, S.O.S.», cantavano gli Oliver Onions nel 1979. Era la sigla finale di Spazio 1999, serie cult che ogni serio appassionato di scienza e fantascienza oltre la quarantina ha nel suo curriculum di telespettatore. Ma lo spazio è davvero pieno di misteri, non solo nella finzione fantascientifica. Uno di questi, per esempio, è il fondo cosmico a infrarossi o CIB, dall’inglese “Cosmic Infrared Background”.
Analogo per certi versi al fondo cosmico a microonde o CMB, il CIB è un bagliore diffuso in tutto il cielo, rilevato con chiarezza negli ultimi decenni da diversi satelliti a infrarossi (IRAS, ISO, COBE, Spitzer, Herschel). Si presenta come una granulazione di macchie luminose, che ricorda la distribuzione delle puntine abrasive su un foglio di carta vetrata o l’effetto sabbia di un canale non sintonizzato sui televisori di una volta. È difficilissimo capire esattamente cosa sia, perché non c’è un chiaro corrispettivo di ogni sorgente nella luce visibile e soprattutto perché esistono diverse sorgenti di luce infrarossa, poste a distanze molte diverse, che possono contribuire, tutte insieme o separatamente, all’emissione infrarossa totale, per ogni singola porzione di spazio osservata dagli strumenti.
Continua la lettura su Memoria dello Spazio:
http://www.memospazio.it/la-materia-oscura-non-e-poi-cosi-oscura-dopo-tutto
Michele Diodati
Categoria: Astronomia » permalink, shortlinkKeywords: CIB, IHL, infrarosso, materia oscura, popolazione III, radiazione di fondo, telescopio spaziale spitzer.
Lascia un commento