Il gruppo di ricerca dell’Università della California capitanato da Andrea Ghez sta osservando da ormai 17 anni il centro galattico nel vicino infrarosso, usando le ottiche adattive e le più sofisticate tecniche di imaging disponibili con i due telescopi da 10 m dell’Osservatorio Keck, sulla vetta del Mauna Kea. Lo scopo di questa ormai quasi ventennale ricerca è lo studio più accurato possibile delle orbite delle stelle che gravitano intorno a Sgr A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea.
La precisa determinazione dell’orbita della stella chiamata S0-2 permise già nel 2003 di accertare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l’oggetto intorno al quale quella stella girava non poteva essere altro che un buco nero supermassiccio da circa 4 milioni di masse solari. Solo un oggetto di quella massa poteva, infatti, stirare l’orbita di S0-2, una stella almeno 15 volte più massiccia del Sole e molto più brillante, accelerandola fino a una velocità prossima a 10.000 km/s, circa il 3% della velocità della luce, nel passaggio al periastro (o peribotro, per usare il termine coniato dall’astrofisico Sterl Phinney per indicare il punto dell’orbita più vicino a un buco nero).
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Michele Diodati
Categoria: Astronomia » permalink, shortlinkKeywords: buchi neri, buchi neri supermassicci, osservatorio keck, relatività generale, S0-102, S0-2, sagittarius, Sgr A*.
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