Si parla di impatti iperveloci, quando il proiettile colpisce un bersaglio a una velocità superiore a 3 chilometri al secondo, pari a circa 11.000 chiometri orari. Oltre i 4 km/s un impatto può generare la completa distruzione e fusione del proiettile e l’apertura nella superficie colpita di un cratere profondo da due a cinque volte il diametro del corpo impattante.
L’immagine mostra il risultato di un test di laboratorio, in cui una piccola sfera di alluminio del diametro di 1,2 centimetri e del peso di 1,7 grammi è stata sparata alla velocità di circa 6,8 chilometri al secondo (poco meno di 25.000 chilometri orari) contro un blocco di alluminio spesso 18 centimetri.
Questi numeri ci dicono quanto siano pericolosi gli impatti che possono verificarsi nello spazio per sonde e satelliti artificiali, anche quando i corpi che li colpiscono – micrometeoroidi e detriti spaziali – sono minuscoli.
Continua la lettura su Memoria dello Spazio:
Impatti iperveloci
Michele Diodati
Categoria: Space debris » permalink, shortlinkKeywords: detriti spaziali, impatti, impatti iperveloci, proiettile, scudi, space debris.
Lascia un commento