Impatti iperveloci

Impatti ipervelociSi parla di impatti iperveloci, quando il proiettile colpisce un bersaglio a una velocità superiore a 3 chilometri al secondo, pari a circa 11.000 chiometri orari. Oltre i 4 km/s un impatto può generare la completa distruzione e fusione del proiettile e l’apertura nella superficie colpita di un cratere profondo da due a cinque volte il diametro del corpo impattante.
L’immagine mostra il risultato di un test di laboratorio, in cui una piccola sfera di alluminio del diametro di 1,2 centimetri e del peso di 1,7 grammi è stata sparata alla velocità di circa 6,8 chilometri al secondo (poco meno di 25.000 chilometri orari) contro un blocco di alluminio spesso 18 centimetri.

Questi numeri ci dicono quanto siano pericolosi gli impatti che possono verificarsi nello spazio per sonde e satelliti artificiali, anche quando i corpi che li colpiscono – micrometeoroidi e detriti spaziali – sono minuscoli.

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Michele Diodati

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Informazioni sull'autore: Gian Luigi Somma

Gian Luigi è un ingegnere aerospaziale e astronautico con un PhD svolto nel campo dei detriti spaziali. Nella sua carriera ha lavorato in progetti con l'agenzia spaziale europea (ESA), l'agenzia spaziale tedesca (DLR) e con l'Università di Cambridge. Dal 2019 ricopre il ruolo di mission analyst presso Cambridge Space Technology. Nel 2003 si è unito al GAK del quale ne ha raccolto l'eredità, trasformandolo in un portale di astronomia e astronautica e promuovendo queste scienze tramite star party, corsi e conferenze.

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