Lanciata la missione SWARM, mapperà il campo geomagnetico terrestre

I tre satelliti SWARM per la misura del campo geomagnetico terrestre
I tre satelliti SWARM per la misura del campo geomagnetico terrestre

Lanciata la missione europea SWARM: mapperà il campo geomagnetico terrestre con un dettaglio mai raggiunto prima. Il lancio è avvenuto con successo alle alle 13:02 CET del 23 Novembre 2013 dal cosmodromo russo di Plesetsk a bordo di un lanciatore Rockot, un lanciatore economico ma non troppo affidabile, come dimostrano i problemi e gli incidenti avuti negli ultimi anni da questo vettore.

La missione Swarm tuttavia non è composta da un solo, ma da ben tre satelliti di 470 Kg e quasi 10 metri di altezza, magistralmente stivati nel fairing del Rockot. I primi due satelliti sono stati correttamente rilasciati su un orbita inclinata a circa 88 gradi e  460 km di quota, mentre il terzo è stato collocato circa 70 chilometri più in alto.

Ecco il replay del lancio e a seguire l’animazione della separazione dei tre stadi:
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Il cluster di satelliti misurerà il campo magnetico terrestre ed una lunga serie di fenomeni geomagnetici con una precisione mai raggiunta prima. Ogni satellite è dotato infatti di numerosi strumenti: 1 accelerometro, 1 gps e 3 star tracker per determinare precisamente l’orbita (e quindi la posizione del satellite rispetto alla Terra), 2 magnetometri, di cui uno assoluto ed uno vettoriale per poter ottenere misure più precise e filtrare rumore e disturbi alle misure geomagnetiche. Sono inoltre presenti anche strumenti per la misura del campo elettrico, alcuni dei quali utilizzati per la prima volta nello spazio: sono presenti sonde di Langmuir, per la misura di  correnti elettromagnetiche e thermal ion imager per rivelare (tramite schermi al fosforo) gli impatti di particelle elettricamente cariche.

La costellazione dei tre satelliti SWARM in orbita intorno alla Terra
La costellazione dei tre satelliti SWARM

I tre satelliti, operando nello spazio riescono ad evitare alcune delle perturbazioni inevitabilmente presenti a terra ed invece assenti nello spazio. Combinando insieme i dati provenienti da tutti gli strumenti dei tre satelliti sarà inoltre possibile ottenere una mappatura del campo geomagnetico terrestre con un dettaglio ed una precisione mai raggiunte prima.

La missione ha una durata prevista di 4 anni ed ha come target, tramite le misure effettuate, l’elaborazione di modelli geomagnetici del core, della litosfera, delle componenti crostali, delle correnti oceaniche, dello spazio, delle interazioni Terra-Sole (feed line current, particelle solari,… ) e di un modello globale che raccordi i precedenti.

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Informazioni sull'autore: Gian Luigi Somma

Gian Luigi è un ingegnere aerospaziale e astronautico con un PhD svolto nel campo dei detriti spaziali. Nella sua carriera ha lavorato in progetti con l'agenzia spaziale europea (ESA), l'agenzia spaziale tedesca (DLR) e con l'Università di Cambridge. Dal 2019 ricopre il ruolo di mission analyst presso Cambridge Space Technology. Nel 2003 si è unito al GAK del quale ne ha raccolto l'eredità, trasformandolo in un portale di astronomia e astronautica e promuovendo queste scienze tramite star party, corsi e conferenze.